domenica 15 luglio 2018

IL SOGNO LUCIDO IN PSICOLOGIA

IL SOGNO LUCIDO IN PSICOLOGIA

Secondo la nostra cultura, o si sogna o si è svegli. Sognare ed essere svegli sono considerati due stati di coscienza ben separati l’uno dall’altro. Ma per altre culture questi due stati di coscienza posso coesistere. Tutto dipende dall’allenamento al quale si sottopone lo spostamento del punto di unione. Il punto di unione è, secondo la cultura tolteka, una piccola area del nostro sistema energetico, grande più o meno come una palla da tennis, posta ad altezza della scapola destra ad un braccio di distanza dietro di essa, che regola la percezione. Con l’allenamento del suo spostamento in altre aree del campo del nostro sistema energetico, è possibile percepire altre “realtà separate” dal quella della vita quotidiana. Per esempio quella del mondo dei sogni. Il punto di unione si sposta già spontaneamente, in modo più o meno significativo, durante il sonno, quando subiamo un grosso spavento, quando assumiamo sostanze psico-attive, durante la meditazione profonda, quando siamo “malati”, ecc… Ognuna di queste condizioni porta con se, in parte o per niente, la nostra consapevolezza. Per esempio si può essere più o meno coscienti dei propri sogni o di quello che facciamo mentre abbiamo presto una “sbornia”, dipende da quanto violentemente il punto di unione sia stato spostato o da quanto è stato volontario il suo spostamento.
Per imparare a spostare il punto di unione volontariamente e moderatamente, portando la consapevolezza in altri stati di coscienza, ci sono diversi modi. Carlos Castaneda ne propone alcuni nei sui scritti, e molti altri in questi anni hanno proposto varie tecniche a questo scopo. Anche il gruppo di ricerca, di cui faccio parte, ha ideato un'altra tecnica molto facile da utilizzare. Siccome misurare lo spostamento del punto di unione non è ancora possibile direttamente, in psicologia, questo,  lo possiamo considerare una metafora. Proponendo ad una persona di immaginare questo punto energetico, di visualizzarlo e proponendogli di spostarlo, anche se di poco, in essa, si genera anche uno spostamento interno del “punto di vista” e lo stato di coscienza si modifica. Lo stato di sogno lucido è uno stato simile all’ipnosi ma fondamentalmente diverso, perché durante il sogno lucido, come dice la parola stessa, la persona è presente cosciente, vigile ed è in grado di decidere cosa fare o non fare. Nel suo elettropolisonnogramma( e.e.g., e.o.g., e.c.c., e.m.g. e frequenza respiratoria), è possibile leggere un tipico stato di sonno, con un attraversamento, in alcuni casi, di tutti i suoi stadi, lo stadio 1,2,3,4 e REM, con onde di tipo alfa, theta e delta. In un nostro esperimento è stato possibile osservare che alcune persone riuscivano a rispondere perfettamente ad un test di memoria, mentre il loro elettropolisonnogramma registrava tipici stadi di sonno, fino allo stadio 3 e alla fase REM. Il risultato del test è stato inaspettato, perché abbiamo osservato che i meccanismi di memoria sono opposti a quelli usati nello stato di veglia. Con meccanismi di memoria intendo che, invece di utilizzare i “magazzini” a breve e lungo termine, la persona utilizza un “magazzino” che si trova fra questi altri due, cioè tende a ricordare con più facilità le parole presentate fra quelle che hanno il tempo per finire nel magazzino a lungo termine a quelle che sono presentate per ultime e che finiscono nel magazzino a breve termine.
Perché attraversare un sogno lucidamente può essere di interesse per uno psicologo?
In primis farei presente che quando avviene uno spostamento del punto di unione, si tende a prendere contatto con i nostri desideri o bisogni più intimi. Se questi desideri o bisogni non sono facilmente realizzabili per la persona, o la persona stessa non si permette di contattarli per vari motivi, quali l’educazione, la cultura, le proprie paure, ecc…, allora il primo contatto con sé, cioè dando un primo sguardo al proprio mondo interno, dove se gli istinti e i bisogni di base sono censurati, la tipologia dei sogni può essere pregna di paure, dolore, frustrazione, giudizio, scarsa considerazione di sé, rabbia, ecc… tutte condizioni che possono rendere l’esperienza del sognatore non molto sgradevole. Con sogni simili a incubi. Con il supporto di un terapeuta, è possibile lavorare sulle proprie risorse interne e cercare di imparare ad esprimere le proprie emozioni per affermarsi nel mondo. Prendendo contatto con la creatività immaginativa, la presa di responsabilità e la forza delle energie emozionali che necessitano di una direzione e forma espressiva, accettabili per il soggetto. Causa della mancata espressione delle emozioni è il disagio psichico e a volte psicosomatico.
Un altro vantaggio nel imparare ad essere “svegli” durante il proprio sognare, è quello di poter allenare la “presenza”. Una sorta di “risveglio dell’anima” per cui una persona che prende coscienza del suo mondo onirico di conseguenza prende coscienza del suo mondo di veglia, l’essere presenti nel qui ed ora come unica realtà modificabile.

Fabio Cieri (Psicologo, Psicoterapeuta)

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